Cala tra i manager italiani la fiducia sulla capacità del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza di trasformare il Paese e contribuire al rilancio dell’economia. È quanto segnala una indagine realizzata da Ey in collaborazione con Swg che spiega come, sia nel settore pubblico che privato, ci sia sfiducia nell’aspettativa che i dirigenti hanno circa l’impatto del piano sul lungo termine. Permane, però, ottimismo, segnala la ricerca, sulla possibilità di concretizzare obiettivi più funzionali come l’ammodernamento delle infrastrutture digitali (64% dei manager pubblici e 57% dei privati), fisiche (47% privati, 44% pubblici), la transizione energetica (45% privati e 36% pubblici). Sia nel settore pubblico che in quello privato la classe dirigente pensa che per rilanciare e trasformare l’economia del Paese sia necessario puntare sulla trasformazione e l’efficientamento della P.a, rendendola più moderna e digitalizzata, ma anche avere un sistema scolastico e sanitario di elevata qualità.<
In merito al livello di conoscenza del Pnrr, e alla capacità di reperire informazioni a riguardo, si notano ancora sostanziali differenze tra il mondo pubblico e quello privato, con i manager pubblici che valutano adeguate le informazioni a disposizione sulle procedure di accesso ai fondi del Pnrr, mentre i manager del privato si pongono con maggiore criticità evidenziando informazioni non adeguate o assenti, specie sulle modalità di rendicontazione, sugli adempimenti per la gestione dei progetti finanziati dal Pnrr e sulle procedure di accesso.
Per quanto riguarda i canali informativi preferenziali rispetto al PNRR, cambia il peso delle diverse fonti in termini di qualità e quantità delle informazioni. Nella rilevazione emerge che le fonti di informazione ritenute migliori per i manager pubblici sono le Amministrazioni centrali dello Stato (50%) e il Governo (40%), mentre per gli imprenditori gli organi di stampa (40%) e l’Unione Europea (29%). La maggiore esposizione alle informazioni da parte dei manager pubblici ne alimenta anche una maggiore soddisfazione e una maggiore propensione a consultare il sito ufficiale del Governo italiadomani.gov.it con gli aggiornamenti sullo stato di attuazione del PNRR (il 60% dei manager pubblici intervistati lo consulta almeno occasionalmente, contro il 59% dei manager privati che non l’ha mai visitato).
Per migliorare la gestione del Piano e attuare degli interventi più efficaci, emerge al primo posto la semplificazione delle procedure amministrative per il 76% dei manager pubblici e il 45% dei privati. In particolare, per il 37% degli imprenditori è importante dare accesso ai fondi anche a progetti di dimensioni ridotte. Tra chi sta concretamente lavorando ai progetti i principali ostacoli riscontrati per i manager pubblici sono: tempi stretti (64%), difficoltà di coordinamento (57%) e complessità delle procedure (50%), mentre tra i manager privati accesso alle informazioni (38%), complessità delle rendicontazioni (35%) e difficoltà d’interlocuzione con le amministrazioni (33).
L’attuazione del Pnrr cosa lascerà all’Italia una volta terminato? Per i rispondenti all’indagine ci sarà un sistema di infrastrutture più adeguato, l’acquisizione di nuove competenze gestionali ed operative, ma anche un miglioramento dei meccanismi di cooperazione tra pubblico e privato o degli strumenti di governance dei grandi progetti. Secondo il 54% dei manager privati il PNRR sta portando ad una nuova cultura nella gestione dei fondi e dei processi, sia da parte delle imprese sia degli enti pubblici, e il 52% ritiene che potrà dare un forte impulso alla realizzazione di partenariati pubblico privato, anche se, fino ad oggi le esperienze concretamente riscontrate sono modeste.