PMI Italiane sempre più digitalizzate. Nel 2022 il 69,9% delle piccole e medie imprese ha avviato almeno 4 attività digitali su 12, più della media Ue: è quanto emerge dal report “Imprese e Ict” pubblicato dall’Istat e relativo al 2022 e che registra un aumento di quasi dieci punti percentuali in un solo anno del livello di digitalizzazione di base. Per il report Istat, però, la transizione digitale nel nostro Paese procede ancora con lentezza. Restano, infatti, gap notevoli sul fronte della presenza di specialisti, della formazione di nuove competenze, della sicurezza informatica avanzata e dell’e-commerce.
Il documento, in particolare, è stato stilato mediante la formula dell’intervista, con il coinvolgimento di circa 16.000 aziende con almeno 10 addetti, quasi l’8% del totale in questa fascia in Italia. Lo stato di avanzamento digitale delle imprese è stato valutato dall’Istat attraverso 12 parametri che contribuiscono alla definizione dell’indicatore composito di digitalizzazione denominato Digital Intensity Index (DII).
Ne è emerso che, se è vero che la digitalizzazione di base delle PMI italiane è in aumento, interessando 7 aziende su 10 che hanno fatto ricorso al lavoro da remoto nel 2022, le piccole imprese mostrano ancora notevoli ritardi rispetto alle grandi aziende nella presenza di specialisti ICT, negli investimenti in formazione ICT, nell’uso di riunioni online e di documentazione sulla policy aziendale di sicurezza ICT. Ampio il divario registrato anche nell’utilizzo di robot e nella vendita online di almeno l’1% del fatturato.
La connettività
Aumenta, invece, del 23% la quota di PMI in cui oltre il 50% degli addetti ha avuto accesso a Internet per scopi lavorativi, eguagliando i tassi di crescita delle grandi imprese. Nello stesso periodo, più marcata la crescita dei lavoratori delle aziende di piccole e medie dimensioni che utilizzano dispositivi connessi al web, con un incremento dal 50% del 2021 al 56% dello scorso anno e annullando la distanza con le grandi imprese (55,2%). La banda larga fissa, con velocità almeno pari a 30 Mbit/s, risulta utilizzata dall’82,8% delle imprese di piccole dimensioni contro il 96,1% di quelle più grandi. Più distanti invece le quote per connettività ad almeno 1 Giga, rispettivamente 13,2% e 27,1%.
La cybersecurity
C’è poi il tema della cybersecurity che preoccupa il 45,1% delle grandi imprese che, per difendersi, hanno stipulato un’assicurazione contro gli incidenti informatici. Tra le imprese di minore dimensione la quota è del 14,4%.
La sostenibilità
Positive le performance in ambito ambientale. Nell’edizione 2022 del report, per la prima volta l’Istat ha indagato l’adozione di alcune semplici misure dell’impatto dell’uso dell’ICT sull’ambiente, come il controllo del consumo di carta (68%) o del consumo di energia delle apparecchiature ICT (52%).
L’Italia, preceduta solo dal Portogallo, è in vetta alla classifica europea su due fronti. Tre imprese su 4 (74,9%) scelgono le soluzioni tecnologiche valutandone anche l’impatto ambientale, e quando si tratta di dismetterle, l’87% le destina alla raccolta differenziata dei rifiuti elettronici, il 49% le conserva per utilizzare le parti di ricambio o per evitare la divulgazione di informazioni sensibili, il 25% le rivende, le restituisce se in leasing, o le dona.